Erano le 8,33 del 15 gennaio 1945 quando l’Agenzia Nazionale Stampa Associata lanciava la sua prima notizia: “Potentissime formazioni del Comando bombardieri della Raf – annunciava – hanno attaccato la notte scorsa in Germania. […] Anche Berlino è stata attaccata”. Nata per iniziativa dei quotidiani pubblicati nelle regioni liberate d’Italia, l’ANSA è oggi la quinta agenzia a livello internazionale.
A complimentarsi per il suo compleanno i messaggi del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, che evidenzia come l’Agenzia sia un “simbolo di media libero in una libera Europa”, mentre il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz sottolinea come sia rimasta impressa nella memoria dei tedeschi la notizia che anticipò la caduta del Muro. Il corrispondente da Berlino, Riccardo Ehrman, fu portato addirittura in trionfo, nell’euforia della riunificazione, perché riconosciuto come colui che fece in tv la domanda da cui scaturì l’annunciò dell’apertura delle frontiere.
Nel fare gli auguri all’Agenzia dall’aereo che lo ha portato dallo Sri Lanka alle Filippine, Papa Francesco ha raccontato di aver conosciuto l’ANSA incontrando la corrispondente Francesca Ambrogetti a Buenos Aires. Una rapporto molto stretto tanto che la giornalista nel 2010 ha anche scritto un librointervista con l’allora cardinale Jorge Bergoglio. “Vi auguro il meglio, 70 anni non è uno scherzo, perseverare nel servizio della fedeltà alla notizia – ha detto il Papa – è un merito grande, vi auguro il meglio”.
In questi giorni è uscito il libro “Casa Ansa” di Carlo Gambalonga, edito dal Centro di Documentazione Giornalistica. Dalla prima direzione ufficiosa di Renato Mieli, di cui nel libro parla anche il figlio Paolo, alla lunga stagione di Sergio Lepri, fino agli ultimi direttori Bruno Caselli, Giulio Anselmi, Pierluigi Magnaschi, Giampiero Gramaglia e Luigi Contu.
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